Crimini Violenti
CONTESTO OPERATIVO
La violenza, nelle sue molteplici forme di manifestazione, caratterizza la maggior parte dei reati commessi ai danni della persona o del suo patrimonio, ma anche dei c.d. delitti contro l’ordine pubblico, inteso come la pacifica convivenza degli individui in osservanza del patto sociale.
La distinzione di massima tra la violenza-fine (l’atto di forza quale scopo ultimo dell’azione) e la violenza-mezzo (la coercizione utilizzata per soverchiare la volontà altrui al fine ottenere o fare tollerare qualcosa) rappresenta un tratto comune di tutti i crimini violenti.
Aspetti peculiari si riscontrano nella violenza psicologica, assai più subdola e invisibile, ma altrettanto dannosa di quella che si materializza con azioni di forza fisica. Basti pensare a tutti quei comportamenti posti in essere con condotta reiterata nel tempo, diretti a soggiogare la vittima ed a porla in uno stato di sudditanza attraverso la manipolazione, le continue minacce verbali o l’isolamento sociale.
Vi sono poi alcune forme delittuose, in cui la mancanza di consenso rispetto ad una determinata attività costituisce elemento dal quale si desume la violenza di quella precisa condotta. Nel delitto di violazione di domicilio, ad esempio, il dissenso rispetto alla introduzione nei luoghi di privata dimora, si ritiene presunto in tutte le ipotesi di introduzione tentata o consumata con finalità illecite.
Nella violenza sessuale, contrariamente a quanto accadeva prima della riforma del 1996, viene sanzionata penalmente non soltanto la condotta abusante perpetrata con l’uso di violenza fisica o sotto minaccia, ma anche quella attuata in mancanza di un espresso e valido consenso, equiparato al dissenso, sfociante nella costrizione illecita al compimento dell’atto sessuale, in spregio dell’autodeterminazione personale.
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QUALCHE ESEMPIO
Maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 C.p.)
Viene sanzionata con la pena da tre a sette anni di reclusione la condotta di coloro che abitualmente maltrattano una persona della famiglia o comunque convivente.
Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art. 583-quinquies c.p.)
Si tratta di una fattispecie di reato introdotta nel 2019, che prevede la pena della reclusione da otto a quattordici anni per chiunque cagiona con la propria condotta la lesione personale dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso.
Violenza sessuale (art.609-bis c.p.)
Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto.
Tortura (art. 613-bis c.p.p)
Viene sanzionata con la pena della reclusione da quattro a dieci anni, la condotta di chi, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa.
STRATEGIA DIFENSIVA
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Svolgere una difesa attiva nelle prime fasi di un procedimento penale può rivelarsi determinante per la tutela dei propri interessi, anche in considerazione della eventuale applicazione di una misura cautelare personale come la custodia in carcere, gli arresti domiciliari o il divieto di avvicinamento alla persona offesa.
In presenza di soggetti particolarmente vulnerabili l’Autorità Giudiziaria ne acquisirà le dichiarazioni anticipando il contraddittorio con una procedura denominata “incidente probatorio”, alla quale bisogna presenziare con la massima cognizione di causa, in quanto non ci sarà un’altra possibilità di formulare delle domande al soggetto che ha presentato le accuse.
La predisposizione di una efficace strategia difensiva deve essere tempestiva e lungimirante.
Cristallizzare la situazione in vista del giudizio che verrà celebrato in epoca molto successiva è uno dei compiti principali dell’avvocato penalista.
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