di Ofelia Oliva
Fino al 2 giugno 2020 erano consentiti soltanto gli spostamenti al di fuori della propria regione per ragioni di lavoro, assoluta urgenza o per motivi di salute propri o di un parente stretto. A partire dal 3 giugno sono di nuovo consentiti gli spostamenti interregionali.
A decorrere dal 3 giugno è quindi divenuto possibile spostarsi in Italia tra diverse regioni e, venendo meno questa limitazione, non è di conseguenza più necessario dotarsi di autocertificazione durante gli spostamenti. Permangono invece restrizioni, per far rispettare il distanziamento sociale allo scopo di prevenire la diffusione del coronavirus, che si applicano anche in ambito di trasporto pubblico e privato.
Le regole anti-Covid sul trasporto privato prevedono una prima distinzione: se si tratta di persone appartenenti allo stesso nucleo familiare o meno, permanendo in taluni casi ancora la regola generale dell’obbligo di indossare la mascherina e mantenere la distanza di sicurezza nell’abitacolo.
Sotto questo profilo, le persone appartenenti allo stesso nucleo familiare non hanno particolari restrinzioni, possono spostarsi in auto insieme senza limitazioni, pertanto in macchina potranno viaggiare tanti passeggeri quanti sono quelli consentiti dalla vettura. In sostanza è possibile trasportare il numero di passeggeri per cui è omologata l’auto.
Le FAQ del governo esplicitano che, col termine “nucleo familiare”, si intende chi abita nello stesso alloggio, indipendentemente dai vincoli di parentela o di matrimonio. Pertanto, se si è parenti ma non si vive nello stesso alloggio, come nel caso di nonni e nipoti, non si può essere più di due nell’abitacolo non essendo residenti nella stessa casa.
Inoltre, per quanto riguarda gli spostamenti in macchina con gli amici: se si tratta di amici non conviventi questi possono viaggiare e spostarsi assieme in macchina ma debboo rispettare le regole sul distanziamento, ad esempio su una utilitaria possono essere trasportate 3 persone, il conducente e due passeggeri, seduti distanziati.
Ricordiamo che la mascherina resta ancora obbligatoria per tutti nel caso di persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare, quindi residenti nello stesso alloggio.
Le regole antiassembramento sono previste dall’allegato 15 al DPCM 17 maggio sul trasporto pubblico, assimilando la macchina al taxi (il mezzo più simile all’auto privata).
La regola generale per i passeggeri non conviventi, è la presenza solo guidatore nella parte anteriore della vettura e di due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili posteriori, lasciando il posto centrale vuoto (in una vettura in cui ogni fila ha tre posti) per consentire il distanziamento sociale, con obbligo per tutti i passeggeri di indossare la mascherina
Chi non indossa la mascherina rischia una sanzione di 533 euro (riducibili, se la multa viene pagata entro 5 giorni, a 373,34 euro)
Se nell’auto viene installato un separatore fra zona anteriore e posteriore del veicolo, viene meno l’obbligo di indossare la mascherina: in questo caso è ammessa la presenza del solo guidatore nella fila anteriore e di un solo passeggero per la fila posteriore.
Passando ai mezzi pubblici qui gli accessi sono previsti contingentati per assicurare il rispetto del distanziamento interpersonale e la mascherina resta sempre obbligatoria. Inoltre sono state previste norme specifiche in ambito di sanificazione dei mezzi di trasporto pubblico.
Moto e scooter sono molto utili per snellire il traffico, ma le regole sembrano essere poco chiare. Chi viaggia da solo può non indossare la mascherina considerando che porta comunque il casco.
Se si viaggia invece in due e non si è conviventi l’obbligo della mascherina dovrebbe persistere, in particolare quando si utilizzano caschi non integrali che, quindi, lasciano scoperta una parte del viso.
Regole a parte è quanto mai opportuno ricordare che l’utilizzo delle mascherine ed il distanziamento interpersonale sono volti a limitare al massimo la diffusione del virus, pertanto ciascuno dovrebbe agire attenendosi spontaneamente ed applicando volontariamente criteri di massima cautela, a prescindere dai divieti pure vigenti.
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